Negli ultimi anni, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) si sono affermate come uno degli strumenti introdotti per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Green Deal europeo, promuovendo la transizione ecologica ed energetica di cittadini, imprese e amministrazioni locali con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. 

Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n. 59/2025, il Governo ha prorogato i termini per accedere ai contributi del PNRR e introdotto nuove condizioni più vantaggiose per i piccoli Comuni italiani. 

Che cosa è una CER? 

Una CER è un raggruppamento volontario di soggetti (quali cittadini, PMI, enti territoriali, e autorità locali) che si associano in un soggetto giuridico con l’obiettivo di produrre, autoconsumare e condividere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile. 

In una CER, l’energia elettrica rinnovabile prodotta localmente viene condivisa tra i diversi soggetti prosumer e consumer collegati alla stessa cabina primaria. Ciò avviene grazie alla rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica che facilita la condivisione di energia. 

Quali sono le novità introdotte dall’aggiornamento del DM 59/2025? 

Il Decreto Ministeriale del 28 febbraio 2025, n. 59 (DM 59/2025), pubblicato il 24 marzo 2025, introduce alcune modifiche significative per chi vuole costituire o far parte di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) o di un Sistema di Autoconsumo Collettivo. 

La principale novità introdotta riguarda la proroga del termine per la presentazione delle domande di contributo, che passa dal 31 marzo al 30 novembre 2025. 

Inoltre, il decreto estende la platea dei beneficiari, includendo i Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti a fronte del limite di 5.000 abitanti previsto inizialmente. 

Infine, è stata introdotta la possibilità di ottenere un anticipo fino al 30% del contributo a fondo perduto, a fronte del 10% previsto precedentemente. 

Che cosa finanzia? 

I contributi possono essere richiesti per sostenere le seguenti spese: 

  • realizzazione di impianti a fonti rinnovabili; 
  • fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo; 
  • acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software; 
  • opere edili strettamente connessi alla realizzazione dell’intervento; 
  • connessione alla rete elettrica nazionale. 

Anche le spese tecniche sono finanziabili ma in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento, quali:  

  • studi di perfettibilità e spese necessarie per attività preliminari; 
  • progettazioni, indagini geologiche e geotecniche; 
  • direzioni lavori, sicurezza; 
  • collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo. 

Entità del contributo e durata progetto: 

L’intervento, inserito nel PNRR, finanziato con 2,2 miliardi di euro, prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto fino ad un massimo del 40% delle spese ammissibili, calcolato in base ai massimali di spesa che variano a seconda della potenza dell’impianto. 

Il progetto deve essere completato entro 18 mesi dalla data di ammissione al contributo e non oltre il 30 giugno 2026. 

Vuoi saperne di più?